Violenza di genere: le tutele nei confronti delle madri e dei figli
Secondo gli studi dell’Università di Milano in collaborazione con Rea – ReAgire alla violenza – e il Tribunale per i minorenni di Milano gli allontanamenti dei minori dalle famiglie di origine nei casi di violenza domestica sono aumentati in maniera esponenziale, ove l’autore della violenza nella maggior parte dei casi risulta essere il padre.
Infatti, sulla base dei dati del Ministero dell’Interno, si nota un incremento del 105% in dieci anni (2013 – 2023) dei maltrattamenti contro familiari e conviventi, ove la vittima risulta quasi sempre essere la madre la quale, vivendo in particolari contesti sociali e culturali è vittima di un doppio isolamento; il primo relativo alla violenza ed il secondo sociale e culturale legato all’assenza di indipendenza economica, scarsa conoscenza dei servizi ed in alcuni casi anche alla ridotta conoscenza della lingua italiana, comportando una difficoltà a rivolgersi ai centri antiviolenza e consultori presenti sul territorio.
Ulteriori vittime dei maltrattamenti risultano essere i figli, i quali molte volte sono destinatari diretti delle violenze mentre in altri casi assistono indirettamente andando a configurare la c.d. violenza assistita, ovvero il fare esperienza da parte del/la bambino/a di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulti e minori (Cismai - Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso dell'Infanzia).
Il bambino, quindi, a fronte di tale situazione ed osservando gli effetti stessi della violenza esercitata da padri, compagni od ex-partners sul corpo della propria mamma, prende consapevolezza di quello che sta accadendo producendo effetti dal punto di vista fisico, cognitivo, comportamentale e sulle capacità di socializzazione con numerosi impatti sullo sviluppo fisico, cognitivo, comportamentale e sulle capacità di socializzazione. Risulta quindi, fondamentale un intervento immediato al fine di evitare un aggravio della sofferenza e del disagio psico-fisico a carico del minore.
A fronte di tali problematiche varie sono le tutele offerte dal nostro ordinamento come, l’allontanamento del padre violento dalla casa familiare con collocamento del figlio presso la madre, collocamento della madre e del figlio presso una comunità protetta, limitazione della responsabilità genitoriale del padre ed eventualmente della madre con collocamento del minore presso una comunità per minorenni, altri familiari o famiglie affidatarie fino alla dichiarazione dello stato di adottabilità del minore.
In riferimento allo studio condotto dall’università di Milano in collaborazione con Rea e il Tribunale di Milano, si ritiene indispensabile la soluzione dell’allontanamento dell’uomo violento dal contesto familiare al fine di evitare una ri-vittimizzazione delle donne (e dei figli) che subiscono violenza.
Fonti:
Il Sole 24 ore: https://alleyoop.ilsole24ore.com/2025/05/15/violenza-donne-allontanamento-figli/;
Sos Villaggi dei Bambini Italia: https://www.sositalia.it/news/violenza-sulle-donne-in-italia#:~:text=Infine%2C%20dati%20pi%C3%B9%20recenti%20del,del%2040%25%20le%20violenze%20sessuali.;
Save the Children https://www.savethechildren.it/blog-notizie/cos-e-la-violenza-assistita-e-quali-le-conseguenze-sui-bambini;